Due api in un alveare, dettaglio

Respinto il ricorso Bayer contro il bando dei pesticidi. Api salvate, ma solo in parte

In occasione della Giornata Internazionale delle api, fa piacere ricordare che i primi di maggio la Corte di Giustizia ha confermato il divieto dei neonicotinoidi, pesticidi altamente nocivi per gli impollinatori, oltre che per gli umani. Una vittoria importante, ma non ancora sufficiente. Il divieto, infatti, è tuttora aggirato da diverse autorizzazioni di emergenza

La notizia è arrivata all’inizio di maggio, ma ci piace ricordarla in occasione della Giornata Internazionale delle api che si celebra domani, 20 maggio: la Corte di Giustizia dell’Unione europea ha confermato il divieto parziale dell’utilizzo di tre insetticidi neonicotinoidi ritenuti troppo dannosi per le api, rigettando l’appello della Bayer. Stabilito dalla Commissione Europea nel 2013, il divieto era stato già confermato dalla Corte del 2018.

Già all’epoca la multinazionale tedesca aveva fatto ricorso senza successo. Le limitazioni per l’uso dei neonicotinoidi, sono iniziate nel 2013, quando la Commissione ha stabilito che non possono essere utilizzati su mais, colza e alcuni cereali primaverili, ma che possono essere ancora utilizzati per altre colture, come ad esempio la barbabietola da zucchero.

 

Uno sciame di api, con delle persone sullo sfondo
Il bando dei tre principali neonicotinoidi era stato già confermato dalla Commissione Eu nel 2018. Purtroppo però, è spesso aggirato in situazioni “d’emergenza”

 

L’ultima sentenza riguarda tre principi attivi: l’imidacloprid sviluppato da Bayer CropScience, il clothianidin sviluppato da Takeda Chemical Industries  e Bayer CropScience, e il tiamethoxam di Syngenta. Si tratta di sostanze inizialmente approvate ma poi riesaminate da Bruxelles in seguito a dati che dimostravano l’eccessiva perdita di colonie di api proprio dopo il loro uso. Bayer ha contestato, asserendo che non c’erano abbastanza conoscenze scientifiche sufficienti per giustificare le restrizioni.

 

Andrea Carta fa parte dell'ufficio legale di Greenpeace
Andrea Carta fa parte dell’ufficio legale di Greenpeace

La Corte di Giustizia ha dato però ragione all’esecutivo comunitario e ha respinto il ricorso, condannando la multinazionale al pagamento delle spese legali di entrambe le parti. Per Andrea Carta, dell’ufficio legale di Greenpeace: «La Corte di giustizia ha ribadito che la protezione della natura e della salute delle persone ha la precedenza sugli interessi economici ristretti di potenti multinazionali».

 

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Una buona notizia, insomma, ma senza esultare troppo: occorre infatti tenere a mente che, nonostante il divieto, tra il 2013 e il 2019 sono state concesse 206 autorizzazioni di emergenza per l’uso di queste sostanze bandite nell’Ue.

Scrive per noi

Valentina Gentile
Valentina Gentile
Valentina Gentile è nata a Napoli, cresciuta tra Campania e Sicilia, e vive a Roma. Giornalista, col-labora con La Stampa, in particolare con l’inserto Tuttogreen, con la testata online Sapeream-biente e con il periodico Libero Pensiero. Ha scritto di cinema per Sentieri Selvaggi e di ambiente per La Nuova Ecologia, ha collaborato con Radio Popolare Roma, Radio Vaticana e Al Jazeera English. In un passato non troppo lontano, è stata assistente di Storia del Cinema all’Università La Sapienza di Roma, e ha insegnato italiano agli stranieri, lingua, cultura e storia del cinema italiano alle università americane UIUC e HWS. È cinefila e cinofila, ama la musica rock, i suoi amici, le sfogliatelle e il caffè. E naturalmente l’agricoltura bio in tutte le sue declinazioni, dai campi alla tavola.

Contatto: Valentina Gentile

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