Gli ovini nella Fattoria Le Vedute di Enrico Franco, nel Pistoiese

Gli ovini nella Fattoria Le Vedute di Enrico Franco, nel Pistoiese

Pronta per la conversione. L’azienda di Enrico Franco, tra vendita diretta e bioagricoltura

Si è trasferito, a 32 anni, in provincia di Pistoia recuperando un’oliveta e aprendo un’azienda centrata sul benessere animale, la cura del territorio e l’agroecologia. Un percorso rafforzato dalla promozione via social e dal rapporto di fiducia con i propri clienti

«L’azienda nasce nel 2015 recuperando un podere di quattro ettari che era stato abbandonato da circa 15 anni. E da allora abbiamo sempre cercato di perseguire la qualità dei prodotti nel rispetto dell’ambiente». Esordisce così Enrico Franco, 37 anni, titolare della Fattoria Le Vedute di Montevettolini: una frazione di Monsummano Terme, in provincia di Pistoia, alle pendici del Monte Albano, famosa per l’antica villa Medicea in prossimità di quello che era il Barco reale mediceo, una riserva di caccia istituita nel 1600 da Ferdinando II dei Medici. A meno di cinque chilometri si trova il Padule di Fucecchio, la più estesa palude interna italiana (circa 2.000 ettari), una terra quasi incontaminata che, grazie alla ricchezza della flora e della fauna, nonché alle particolarità idrogeologiche e paesaggistiche, dal 2013 fa parte delle zone umide d’importanza internazionale. Un territorio, questo, dove storia e natura si mescolano e in cui l’agricoltura sostenibile sta trovando uno spazio sempre più ampio.

 

Enrico Franco e il suo cane pastore Tim
Enrico Franco insieme al suo border collier Tim durante la premiazione per una competizione rivolta a cani di età inferiore ai 3 anni

 

Qui Enrico si è trasferito cinque anni fa dalla provincia di Firenze per seguire le sue passioni: i cani border collier, l’agricoltura, l’allevamento. «Per ora abbiamo recuperato il 70% dell’oliveta e stiamo seminando i prati dove le nostre pecore pascolano libere per tutto il giorno». Una mandria di circa 40 ovini da carne, a cui presto si aggiungerà anche la linea latte, allevate nel pieno rispetto del benessere animale e in armonia con la produzione agricola dell’oliveto e dell’orto. «A queste vanno aggiunte 70 galline per la produzione di uova. Sono presenti in allevamento una selezione di galline di razza Siciliana e Livorno, per la conservazione del germoplasma». Una storia, la sua, che guarda verso la certificazione di gruppo, argomento della legge in approvazione, a favore dei giovani e piccoli produttori già in cammino verso questo modello.

«Tutta la produzione è naturale, facciamo anche di più di quanto prescrive il regolamento del biologico. Non vengono utilizzati prodotti chimici di sintesi e anche per la cura degli animali utilizziamo medicine omeopatiche, ricorrendo agli antibiotici solo nei casi accertati da analisi fatte sull’animale».

 

 

Ma qual è il motivo che spinge un giovane agricoltore a praticare l’agroecologia? «Il primo è che io e la mia famiglia mangiamo quello che coltiviamo e tutto quello che diamo alle piante o agli animali poi ce lo ritroviamo addosso. Ma c’è anche l’aspetto legato al rispetto dell’ambiente: di inquinamento già ce n’è tanto e l’agricoltura rispettosa dell’ambiente si può fare, senza dover ricorrere a sostanze chimiche di sintesi. I risultati in termini di rese non cambiano poi tanto e la qualità è certamente migliore».

 

L'orto della fattoria Le Vedute
L’orto biologico della Fattoria Le Vedute irrigato con il sistema goccia a goccia

 

Anche i vicini, riprende Enrico, sono stati convertiti all’agricoltura sostenibile:

«La nostra mandria per il pascolo accede, oltre ai terreni di nostra proprietà, a circa 15 ettari di uliveti dei nostri vicini che, sul nostro esempio, hanno iniziato a gestire i loro campi con il metodo biologico, usando solo concime organico. Noi per esempio usiamo solo il compost autoprodotto, grazie a cumuli in cui le deiezioni degli animali vengono fatte maturare per due o tre mesi prima di essere sparse sul terreno».

 

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Le pecore, che presso la Fattoria vengono chiamate per nome, da maggio a ottobre sono libere 24 ore su 24 e, di fatto, concimano direttamente i campi che poi vengono fresati e rippati. La libertà concessa al gregge potrebbe esporlo agli attacchi del lupo che però sono arginati grazie a recinti elettrificati e all’ausilio del fido maremmano e di un branco di dieci border collie: i cani pastori che lavorano in team con il conduttore allo scopo di radunare, condurre da un posto ad un altro, rinchiudere in un recinto o separare le greggi di pecore. Il border collie, in particolare, si contraddistingue dagli altri cani pastori per il suo modo di governare le pecore con lo sguardo. Per quanto riguarda l’ulivo, invece, gli attacchi più temuti sono quelli della mosca ma trattamenti preventivi con il caolino, sostanza naturale ammessa sia per il biologico che per il biodinamico, hanno dato risultati più che soddisfacenti:

«Ogni anno partecipiamo con il nostro olio alla competizione organizzata dalla Proloco di Montevettolini “Mont’Olio – l’olio più buono”, durante la quale assaggiatori professionisti valutano i prodotti del territorio. Sono ormai diversi anni che i nostri oli si piazzano, con nota di merito, nei primi posti».

 

 

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Anche Noi abbiamo partecipato, con il nostro olioEVO, alla terza edizione di Mont’olio. Circa 36 gli oli partecipanti alla manifestazione, due le giurie per la degustazione al buio dei vari oli, una popolare e una professionale. gli oli vincitori sono stati quelli di Luca V.(secondo la giuria professionale) e di Enrico Franco (secondo la giuria popolare). Un enorme soddisfazione per il noi, per essere stati proclamati vincitori dalla giuria popolare. Ringraziamo La Proloco Rondo’ di Montevettolini e tutti coloro che si sono adoperati per la buona riuscita dell’evento. Saremo nuovamente presenti il prossimo anno, con uno stimolo in più, fare sempre meglio per garantire il meglio!! #fattorialevedute #prolocorondodimontevettolini #produzionepropria #prodottokm0 #olioevo #oroverde #olioextraverginedioliva #toscana #montevettolini #monsummanoterme

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La distribuzione dei prodotti avviene attraverso le consegne a domicilio. «Siamo su un poggio che dista solo quattro km da Monsummano Terme e già dal 2017, quando abbiamo iniziato ad avere una produzione da mettere sul mercato, ci siamo subito orientati verso la vendita a domicilio. Veniamo contattati attraverso i nostri canali social su Facebook e Instagram e poi, una volta stabilito il contatto, gli ordini arrivano per telefono e attraverso Whatsapp». La Fattoria Le Vedute, durante il lockdown, non è stata penalizzata com’è accaduto in molte realtà agricole italiane dalla chiusura delle attività di ristorazione e accoglienza: «Per noi non è cambiato nulla, anzi, abbiamo avuto un aumento delle richieste». Certamente anche lavorare con i social ha un costo:

«Circa il 10% dei nostri costi totali va nelle promozioni che facciamo su internet, ma quelle risorse spese mensilmente sono fondamentali per permetterci di allargare il giro di clienti che poi, una volta provati i nostri prodotti, tende a rimanere fedele».

 

Al momento la Fattoria Le Vedute si limita a consegnare nelle provincie limitrofe di Firenze, Prato e Pistoia anche se le richieste arrivano da ben oltre. L’olio invece è venduto prevalentemente in Lombardia e in Emilia attraverso la partecipazione a due mercati di Natale, uno in provincia di Mantova e l’altro in provincia di Modena, oltre che attraverso le spedizioni a Milano. Poi c’è il miele di acacia, millefiori e castagno, prodotto da una decina di famiglie di api che però, quest’anno, non stanno molto bene: «Le piogge che hanno colpito questa zona in primavera hanno fatto marcire le fioriture e quindi le api hanno avuto difficoltà a recuperare il nettare». Dal prossimo autunno aprirà il caseificio aziendale per offrire alla clientela anche i formaggi di pecora. E infine gli ortaggi, estivi e invernali, coltivati su una estensione di 2.500 metri quadri facendo attenzione alle rotazioni e alla concimazione organica del terreno e irrigati, durante la stagione calda, con un impianto goccia a goccia in funzione solo qualche ora due notti a settimana:

«Non abbiamo bisogno di annaffiare troppo spesso: tra le file c’è l’erba che mantiene l’umidità del terreno e l’acqua che gli diamo è più che sufficiente».

 

 

La formazione è stata importante per acquisire nuove competenze imprenditoriali. Enrico ha partecipato nel 2019 al corso per “Responsabile della gestione e del controllo degli aspetti produttivi dell’impresa agricola biologica e biodinamica” del progetto Agri4Bio organizzato da Apab di Firenze e finanziato dalla Regione Toscana. Il corso aveva l’obiettivo di formare una figura in grado di gestire e controllare gli aspetti organizzativi e produttivi dell’impresa agricola per la sua conversione da un tipo di agricoltura convenzionale ad una sostenibile ed ecocompatibile:

«Oltre ad aver imparato tecniche per la gestione agricola biologica e biodinamica e le modalità commerciali e di marketing, sicuramente molto utili nel mio lavoro quotidiano, ho acquisito il titolo e le competenze per fare consulenze ad altre aziende del territorio. E devo dire che questa attività collaterale mi sta dando molte soddisfazioni».

Scrive per noi

Carlotta Iarrapino
Carlotta Iarrapino
Analista, facilitatrice, comunicatrice e ambientalista. Laureata in economia a Firenze con master in Ambiente alla Scuola Sant’Anna di Pisa, svolge l’attività di consulenza dal 2000. È tra le fondatrici, nel 2008 di Contesti e Cambiamenti. Organizzazione, comunicazione e partecipazione le sue aree di intervento. È curatrice di BiodinamicaNews, la newsletter dell’Associazione per l’agricoltura biodinamica.

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