Grani antichi

I grani antichi hanno delle nutrizionali maggiori di quelli moderni. Sul tema Apab organizza quattro seminari on-line (Foto: Håkon Fossmark da Pixabay)

I grani antichi contro il cambiamento climatico. Colloquio con la ricercatrice Gloria Padovan

Il suo intervento al seminario del 28 aprile sui grani antichi si concentrerà su come le pratiche gestionali possono influire sulla varietà, anche in contesti di cambiamenti climatici. Abbiamo intervistato la ricercatrice e tecnologa del Dipartimento di Agraria dell’Università di Firenze

Ricercatrice e tecnologa al dipartimento di Agraria dell’Università degli Studi di Firenze, Gloria Padovan si occupa in particolare di valutare l’impatto di cambiamenti climatici sui sistemi produttivi agrari tramite l’utilizzo di modelli di simulazione colturale.

 

«Lo scopo è quello di capire come attraverso l’impiego di pratiche gestionali diverse da quelli attuali, l’uso di varietà antiche/moderne o semplicemente varietà diverse da quelle normalmente usate possano ridurre le perdite di resa ipotizzate a causa dei cambiamenti climatici. Tutto questo in un’ottica di sostenibilità ambientale».

Padovan ha partecipato, assieme alla collega Carolina Fabbri al seminario Apab dello scorso 16 aprile, con un intervento sui cambiamenti climatici e sul ruolo del settore agrario. In particolare sui trend di resa previsti per la produzione del frumento, la variazione di fenologia, l’effetto dell’anidride carbonica e la diffusione di particolari patogeni. Abbiamo intervistato la ricercatrice, che parteciperà anche al prossimo seminario Apab sui grani antichi, previsto per il 28 aprile.

Su cosa verterà il suo intervento al prossimo seminario Apab?
Parlerò dell’interazione tra genotipo, ambiente e gestione, ossia di come le pratiche gestionali, ad esempio la data di semina, la fertilizzazione, il regime convenzionale e di low input, possano influire sulla varietà, considerando anche l’effetto dell’ambiente che comprende le caratteristiche del suolo e del clima di una data zona. Ci sarà anche un focus sui grani antichi. 

 

 

Il prossimo seminario si concentrerà proprio su di loro, sui grani antichi. “La popolazione dei grani antichi della Toscana del sud”, Integrato di Filiera (PIF) collegato alla sottomisura 1.2 del PSR “GR.AN.T.S – Grani antichi per la Toscana del sud: elevata qualità nutritiva in una filiera produttiva sostenibile” è il progetto collegato al seminario. Di che si tratta? Che caratteristiche e che proprietà hanno? Perché sono importanti? Ci sono delle specificità legate al territorio e al clima locale?
Non mi sono occupa in modo specifico di questo progetto, ma posso dire che i grani antichi hanno delle caratteristiche nutrizionali in termini di qualità delle proteine maggiori dei grani moderni. Inoltre, in un contesto di cambiamento climatico e di salvaguardia ambientale, sono maggiormente adatti ad essere coltivati in un regime a basso input, ad esempio con l’agricoltura biologica, dando performance più stabili, aumentando anche lo stoccaggio di carbonio nel suolo.  I grani antichi maggiormente coltivati in Toscana sono il Verna, dal quale è nato anche il marchio Verna, l’Andriolo, il Gentil rosso, Autonomia A e B e anche altri. Del progetto, come dicevo, non mi sono occupata molto, se non da una parte principalmente modellistica nel valutare le performance di alcune varietà e popolazioni in un contesto di cambiamento climatico. 

 

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A che valutazioni è giunta? Che risultati avete riscontrato e a che punto del progetto siete?
Per quanto riguarda la parte modellistica, possiamo dire che le varietà e popolazioni usate nella “Sottomisura 16.2” non subiranno in modo drastico l’effetto dei cambiamenti climatici, nel senso che si avvantaggeranno dell’incremento dell’anidride carbonica. Questo perché le proiezioni climatiche future previste per la regione Toscana hanno evidenziato come questa non sarà particolarmente caratterizzata da una forte riduzione delle precipitazioni che saranno però più intense e concentrate in alcuni periodi dell’anno, ad esempio in autunno. Inoltre l’incremento di temperatura media previsto sarà più basso rispetto a quello della media europea. 

Sta conducendo un’altra ricerca? Se sì, di che cosa si tratta e chi coinvolge?
Si, mi sto occupando di capire quali possano essere i tratti morfologici del frumento che possono essere migliorati per poter assicurare delle performance produttive adeguate anche in un contesto di cambiamento climatico. 

 


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Rispedire a annalisa.baldi@apab.it

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Valentina Gentile
Valentina Gentile
Valentina Gentile è nata a Napoli, cresciuta tra Campania e Sicilia, e vive a Roma. Giornalista, col-labora con La Stampa, in particolare con l’inserto Tuttogreen, con la testata online Sapeream-biente e con il periodico Libero Pensiero. Ha scritto di cinema per Sentieri Selvaggi e di ambiente per La Nuova Ecologia, ha collaborato con Radio Popolare Roma, Radio Vaticana e Al Jazeera English. In un passato non troppo lontano, è stata assistente di Storia del Cinema all’Università La Sapienza di Roma, e ha insegnato italiano agli stranieri, lingua, cultura e storia del cinema italiano alle università americane UIUC e HWS. È cinefila e cinofila, ama la musica rock, i suoi amici, le sfogliatelle e il caffè. E naturalmente l’agricoltura bio in tutte le sue declinazioni, dai campi alla tavola.

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